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 Marcante sull'Alpe de Fiddlebrugg... di Marco Tenuti
 
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Ghe la femo o no? L'importante l'è farghela o crederghe de farghela. El resto el vien da solo.

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Di Marco Tenuti (del 19/01/2009 @ 20:36:49, in MTB, linkato 1169 volte)

Il Radu s'è rotto Purtroppo da quel di Colognola giungono notizie poco felici circa lo stato di salute di uno dei più forti atleti dell'Est veronese.

Il mio "compagno di merende" s'è rotto! Ecco il bollettino meteo appena giuntomi dall'Ufficio Stampa di Cicli Tagliaro:

REFERTO ECOGRAFIA

In corrispondenza del terzo medio del m. bicipite femorale si osserva area mancante ipoecogena a margini sfumati con maggior asse di mm. 19.4 in scansione trasversale; in scansione longitudinale si osserva distorsione di grado severo dell' ecostruttura miofibrillare.

CONCLUSIONI DIAGNOSTICHE

Quadro ecografico compatibile con lesione distrattiva di terzo grado

in altre parole un mese di stop completo e con manco resto in piè meio l'è!!! comunque anche se la gamba patisce la pancia deve godere, quindi vi annuncio che assieme al papataso stiamo organizzando un' altra rimpatriata a casa mia....in attesa di ulteriori sviluppi ve saludo!!!

E adesso come la mettemo col mio programma "prestigioso" 2009, visto che il mio compagno di merende l'è KO tecnico fino al 19 febbraio????

Mi tocca affidarmi alla compagnia del Max Maga?

CERCASI COMPAGNI DI MERENDE PER AVVENTURE TEMPORANEE FINO A FINE MARZO, PURCHE' NON DOTATI DI RUOTE IN CARBONIO CON TUBOLARI, PERCHE' NON SAREI IN GRADO DE STARGHE A RUA!!!

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Di Marco Tenuti (del 25/01/2009 @ 15:00:16, in MTB, linkato 1190 volte)

Logo del Lessinia Tour Cup Già il calendario è già bello pieno e le concomitanze cominciano ad imporre qualche scelta a scapito di altre, si aggiunge anche il terribile cruccio del nuovo circuito squisitamente "veronese", e cioè la Lessinia Tour Cup.

Già due gare portano da sempre nel loro DNA la Lessinia, e cioè la Lessinia Legend e la Lessinia Bike. A queste si aggiunge una versione Marathon del Durello, battezzato così per l'occasione Lessinia Est Bike - effettivamente il nome è uno dei più forzati che abbia mai visto quando lo si poteva chiamare benissimo Durello Marathon.

Nasce così il primo circuito dei monti veronesi e cioè appunto Lessinia Tour Cup.

Ora, più che mai devo decidermi per cosa fare quest'estate, cioè se Prestigio, se Nobili, se Garda Challenge, se Lessinia Tour Cup...

Son davvero problemi seri questi, con l'acciacco che mi sto portando dietro in questi giorni...

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Di Marco Tenuti (del 25/01/2009 @ 19:33:07, in MTB, linkato 1198 volte)

Logo Active.com Mi sono iscritto alla Lessinia Legend 2009, ovviamente Black Eagle. Chiaramente speriamo di rimetterci in sesto al più presto da questo acciacco che mi sta tenendo fermo da ormai una settimana.

Sono peggio di un drogato in astinenza dalla sostanza stupefacente. Penso che starò fermo ancora un po', ma mi sa che mercoledì, prossima giornata Biday, sbregherò la camicia di forza che hanno messo a me e alle mie bici e uscirò lo stesso!

Intanto ho già perfezionato l'iscrizione alla Lessinia Legend utilizzando la procedura online, che è anche scontatata rispetto alla tariffa standard di 29 Euro. A dirla tutta, se si fa quella online non si pagano 26 Euro, ma 28,69 Euro, ma è sempre meno che quella che prevede il bonifico e l'invio del fax agli organizzatori. Quella online tramite Active Europe la si fa attraverso carta di credito, quindi di una comodità assoluta!

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Di Marco Tenuti (del 26/01/2009 @ 15:22:53, in MTB, linkato 7855 volte)

In questi giorni in cui non riesco a pedalare per ovvi motivi di condizione, va da sé che ho speso un po' del mio tempo a navigare sul web e a cercare qualcosa sul mio acciacco e, tra le tante, mi sono imbattuto in questo piacevole articolo.

Per dovere di citazione, rimando correttamente alla fonte, cioè la rivista "La Bicicletta".

articolo pubblicato su "La Bicicletta", giugno 1998
di Valerio Lo Monaco

Una delle maggiori differenze tra un ciclista esperto e un “neofita” risiede nell’“economicità” della loro pedalata. Non sempre, tuttavia, il teorema quadra. Anche in chi pedala da anni si può scoprire infatti qualche errore da carenza tecnica.

Uno dei motivi dell’enorme fascino che il ciclismo desta negli appassionati deriva probabilmente dalla presenza in contemporanea dell’aspetto meccanico, di quello atletico, di quello tattico, di quello tecnologico e allo stesso tempo di quello psicologico. Il riuscire a mettere “a punto” la bicicletta, la posizione in sella, il fisico, l’alimentazione, l’allenamento e la tattica da attuare in corsa, oltre alla giusta preparazione mentale, è proprio ciò che ci impegna e piace di più quando pensiamo al nostro sport.
L’economicità della pedalata, uno dei veri traguardi da perseguire, si raggiunge attraverso alcune tappe obbligate scandite dalla quantità dei chilometri (e degli anni) percorsi in bicicletta e dall’attenzione che si pone ad alcuni aspetti (spesso molto diversi tra loro) insiti nelle caratteristiche del ciclismo. La pedalata “economica”, dunque, riassume le capacità, le condizioni e i condizionamenti di un ciclista esperto e attento al gesto. Se è vero che più si pedala più si impara a pedalare, bisogna porre attenzione a come si compie il gesto atletico e a tutto ciò che avviene durante ogni uscita, almeno fino a quando l’esperienza non ci suggerirà in ogni momento come comportarci per ottenere il massimo da quello che stiamo facendo. Al giusto colpo di pedale si arriverà, infine, grazie alla capacità di adattamento di alcuni distretti direttamente impegnati nell’esercizio.

Il condizionamento neurologico
La contrazione muscolare, indispensabile per il movimento, è permessa innanzitutto dal funzionamento dell’apparato neurologico. La volontà di chi pedala stimola l’organo centrale nervoso a trasmettere, attraverso il nervo motore, l’ordine di movimento al muscolo. Questo processo, che è volontario, determina un dispendio energetico dal punto di vista nervoso che, se non allenato, ostacola la facilità di pedalata.
All’atto pratico, questo ostacolo è la sensazione di mancanza di automatismo del gesto atletico che si avverte quando si sale in bicicletta per la prima volta o dopo un lungo periodo di sosta. La avvertono tutti, anche i professionisti dopo la pausa invernale, e scompare via via che ci si allena, più rapidamente in chi pedala da molti anni (o in chi vi presta particolare attenzione) e più lentamente (o niente affatto) in chi va in bicicletta da poco tempo o si allena poco e malamente.
Quando si inizia l’allenamento si deve dunque “pensare” alla pedalata. Bisogna cioè fare attenzione a come ci si muove in bicicletta, a come i muscoli lavorano, a come far girare le gambe. L’obiettivo è quello di far diventare automatico l’impulso che deve arrivare ai muscoli per il movimento.
Inoltre, un buon “allenamento” del sistema nervoso migliora anche la precisione di guida e la bontà delle scelte tecnico-tattiche durante lo sforzo, nonché la percezione di ogni cosa che accade. Non bisogna stancarsi mai di controllare e correggere la pedalata finché lo sforzo mentale necessario alla corretta esecuzione del gesto, diminuendo gradatamente, avrà lasciato spazio a un automatismo assoluto di movimenti perfetti. C’è però da ricordare una cosa: il sistema nervoso è quello che si affatica per primo durante lo sforzo. Ciò è facilmente avvertibile in quanto l’intensità degli impulsi che arrivano ai muscoli diminuisce e la contrazione si fa meno ampia e regolare. A questo corrisponde una pedalata più pesante, disunita e meno energica.

Il condizionamento muscolare
Anche dal punto di vista prettamente muscolare le cose sono un po’ diverse tra chi pedala da anni e con coscienza e chi invece solo da poco ha scoperto il piacere di pedalare o non vi presta particolare attenzione. Uno degli obiettivi da raggiungere, a questo riguardo, è il miglioramento della capacità contrattile dei muscoli unitamente alla scioltezza dei movimenti.
Ogni articolazione (nel nostro caso gli arti inferiori) si muove grazie all’azionamento di alcuni muscoli flessori e di altri estensori. Nel gesto del ciclista, i flessori (il quadricipite femorale, cioè l’anteriore della coscia, e il gastrocnemio, cioè il polpaccio) hanno la funzione maggiore e sono chiamati perciò “protagonisti”, mentre gli estensori (il bicipite femorale, cioè il posteriore della coscia, e il tibiale, cioè l’anteriore della gamba) sono detti “antagonisti” in quanto non sono strettamente indispensabili al gesto della pedalata. Va da sé che per migliorare la capacità di esprimere forza e agilità nel nostro gesto specifico si abbia bisogno di curare particolarmente il tono e le capacità dei muscoli direttamente coinvolti e, allo stesso tempo, il rilassamento e l’elasticità dei muscoli antagonisti.
D’altra parte la fisiologia della pedalata è marcatamente specialistica, e ciò è maggiormente comprensibile se si fa mente locale alla rivoluzione del piede sulla pedaliera e ai punti in cui la spinta è maggiore o, al contrario, minore. E se una delle capacità e qualità fondamentali del buon ciclista è infatti la famosa “pedalata rotonda”, al contrario la “pedalata a stantuffo”, è tipica di una non buona assuefazione al gesto e all’abitudine a vincere le resistenze della pedaliera. Il giusto ed economico utilizzo delle tre “leve” che compongono l’articolazione inferiore (coscia, gamba e piede) sono indispensabili per dirigere e distribuire sui pedali la forza sviluppata dalla contrazione dei muscoli. Quando si pedala sulla giusta bicicletta, con il corretto svettamento, avanzamento o arretramento della sella e con le tacchette regolate nella giusta posizione, si hanno le armi migliori per ottenere la giusta pedalata. I due arti devono muoversi su due piani parelleli equidistanti dal centro della bicicletta. Le ginocchia devono lavorare esattamente a piombo sui piedi e questa condizione deve essere controllata e, nel caso, corretta in qualsiasi momento. Dopo un po’ il giusto stile entrerà nella mente e non si avrà mai più bisogno di verifiche e controlli.

I benefici dell’allenamento
Con la quantità e la qualità dell’allenamento si ottengono anche altri miglioramenti avvertibili a livello muscolare. La capacità contrattile dei muscoli aumenta grazie anche alla diminuita inerzia che è propria della fibra muscolare, e allo stesso modo i movimenti diventano semplici e automatici. Anche la portata circolatoria aumenta e i muscoli ottimizzano il rendimento con il minimo afflusso di sangue. Dal punto di vista chimico ci sono una serie di reazioni che portano a un miglior funzionamento dell’organismo. Inoltre durante l’esercizio il nostro corpo si abitua, a parità di sforzo ed entro certi limiti, a consumare come carburante principale per la propulsione una miscela sempre più ricca di grassi e meno di zuccheri e consumando meno zuccheri si può pedalare molto più a lungo senza stancarsi.

Attenzione alla psicologia
Non meno del fattore prettamente fisico, la componente psicologica si rivela come un vero e proprio punto di forza irrinunciabile in chi fa sport, soprattutto in una disciplina impegnativa come il ciclismo. Quest’attenzione è indispensabile soprattutto agli inizi dell’attività per imparare a pedalare e può essere messa in secondo piano nel momento in cui il meccanismo della pedalata è ormai entrato a far parte dell’atleta. Per ciò che concerne il nostro obiettivo, cioè la pedalata economica, l’attenzione psicologica deve essere costante mentre si pedala e mirata, in allenamento, a far sì che gli esercizi che si compiono risultino davvero allenanti e utili ai fini del miglioramento della condizione, e negli appuntamenti importanti, all’ottenimento della maggiore velocità possibile con la minore spesa energetica o al raggiungimento del traguardo nelle migliori condizioni.

L’esperienza
Ogni scelta tecnica e di conduzione del mezzo, influisce significativamente sulla gestione delle energie a disposizione. Stiamo parlando dell’esperienza. Ma non solo. Oltre che dalla pedalata, l’esperienza di un buon ciclista si riconosce da tanti altri piccoli particolari “pratici”. Da come si usa il cambio a come si dà il cambio, da come si affrontano le salite a come si percorrono i tratti in pianura, da come ci si ripara dal vento a come si pedala nel gruppo. In ogni istante, le scelte tecnico-tattiche e lo stile di esecuzione del gesto atletico si riflettono nella capacità di risparmiare quante più energie è possibile ottenendo al contempo la prestazione migliore.

La “presenza psicologica”
in tutti questi casi è fondamentale. Ancora di più, però, la capacità psicologica deve venir fuori per superare dei momenti delicati in cui la forza fisica sembra non bastare più. Stiamo parlando delle crisi cui un ciclista può andare incontro e della relativa capacità di superarle e dei momenti in cui per qualche infortunio non ci si può allenare e si vedono i sogni allontanarsi.
Un ciclista veramente cosciente di tutte le cose che fa, forte psicologicamente ed esperto, sarà certamente in grado di pedalare nel migliore dei modi nella stragrande maggioranza delle situazioni, e per di più, con il tempo, anche senza accorgersene. Potrà, con l’esperienza, sopperire (nei limiti del possibile) a un eventuale momento di scarsa forma fisica o a una situazione di inferiorità atletica nei confronti degli avversari. In quesi casi si potrà dire di lui «ha vinto (o si è salvato) con l’esperienza». E la “pedalata economica”, che anche all’esperienza è dovuta, in queste situazioni, gioca sempre la sua parte.

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Di Marco Tenuti (del 28/01/2009 @ 08:33:36, in MTB, linkato 1197 volte)

Il percorso Black Eagle Lessinia Legend 2009In questi giorni al comitato organizzatore della Lessinia Legend 2009, il negozio Bike Store di Luca Poltronieri, stanno arrivando una quantità inaspettata di messaggi e-mail, in cui le domande sono tante e disparate.

Ce n'è sicuramente una, che ha suscitato il mio interesse, perché l'argomento è sempre stato per il sottoscritto, ma anche per gli altri, una questione molto delicata per le Gran Fondo dove il numero di partecipanti supera di gran lunga il migliaio.

Il mio compagno di merende ha chiesto se sia previsto un trattamento previlegiato per coloro che hanno conseguito nel corso dell'anno scorso qualche brevetto come il Prestigio o il titolo dei Nobili.

La risposta parrebbe essere di no, ma la scelta del comitato sembrerebbe essere quella di far partire gruppi scaglionati divisi per età.

Questa la risposta arrivata dal C.O. della gara veronese:

Con la scelta che ottimizza le griglie di partenza raggruppate per CATEGORIA e distanziate di 5 minuti una dall'altra abbiamo PROPRIO cercato di proteggere quell'esigenza che tu ci chiedi. Cioè PARTIRE senza intoppi e fastidiosi rallentamenti. Pertanto non è più necessario cercare di avvicinarsi alla testa della griglia. Sarete distribuiti in gruppi ridotti e pertanto Tu partirai con i tuoi coetanei di categoria. Ovviamente davanti ci saranno gli agonisti che se ne andranno per primi e chi li vede più! In buona sostanza crediamo come ad un campionato italiano,dove si rispettano le categorie e si cerca di dare a tutti la possibilità di pedalare al proprio ritmo sin da subito.

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Di Marco Tenuti (del 01/02/2009 @ 15:05:30, in MTB, linkato 1713 volte)

Sambu e Conte Savoia"Clamoroso al Cibali", direbbe lui, ma oggi è clamoroso che il Pappataso manchi all'appuntamento in MTB previsto per le ore 9.00 alla rotonda di Montorio.

Ad attenderlo invano, il Ppower, il Conte Savoia di Sezano e Marzana, nonché il Sambu, con l'occasione in MTB Ozone. E' così che tramite un rapido scambio di messaggi si viene a sapere che il beniamino di via Pontesello decide di dare forfait, rugolandose un'altra volta sotto le coperte al calduccio, mentre i tre della Valpantena sono pronti a percorrere qualsiasi cosa che sia un'ascesa su sterrato.

C'è da dire che i fiocchi di neve che cadono dal cielo coperto non sono molto copiosi, ma producono un certo fastidio al Marco, per essersi presentato all'appuntamento senza occhiali. L'intenzione è quella di salire verso Pian di Castagné per asfalto, ma l'intenzione è subito tradita ai lavatoi poco sopra Montorio, dove lo sparuto gruppetto devia per Olivè e punta ad arrivare in cima scegliendo i tre tratti sterrati.

Il Savoia impone subito un buon ritmo, a cui il Ppower rinuncia subito, onde evitare di stressare troppo il proprio gastrocnemio mediale sinistro, ma anche il Sambu opta per un ritmo medio ed è così che si raggiunge la cima rimanendo sempre in soglia media, senza particolari patemi.

Lo scollinamento a Pian di Castagné è interrotto dalla telefonata del Pappataso, il quale, impaurito da quatro falie che vien zò de traverson, si mette ad addurre tutta una serie di scuse per non essersi presentato all'appuntamento di Montorio. "Ieri sera son nà a leto tardi", "qua a Colognola la vien zò a tutta", "go el gombio che me fa contatto col zinocio" e altre balle del genere, che noi facciamo tutte le nostre fatiche a tollerare.

Il Pappataso, preso più che mai dal rimorso dell'atleta pseudoprofessionista, che però non si allena abbastanza, opta così per una sessione in palestra, convinto di cavarsela col gruppo a cui ha tirato il pacco.

Nella pagina Sport de L'Arena leggiamo però che il 19'55" staccato ieri sulla salita della Cola è stato ottenuto a sacrificio di un tono muscolare ulteriormente compromesso e comprendiamo benissimo del perché oggi il forte atleta colognolese abbia deciso di alzare bandiera bianca, onde evitare pessime figure.

Il trio riprende comunque la pedalata e scollina all'incrocio di Pian di Castagné dove percepiamo chiaramente che il vento verso l'Est veronese è probabilmente più intenso, così come anche la copiosità della nevicata. L'asfalto si va pian pianino coprendo di bianco e si opta per svoltare di nuovo verso valle, scendendo dalle Cantine Baltieri.

L'attraversamento a Mizzole ci porta a salire per il percorso pedonale verso il Castello di Montorio, ma svoltiamo lungo il sentiero pedonale in modo da arrivare all'attacco di via del Torresin poco sotto San Fidenzio. Non contenti avviamo la salita di via Pradelle in modo da percorrere la prima discesa della Lessinia Legend 2007, verso l'abitato di Vendri per proseguire subito in direzione Piccolo Stelvio. Si accoda per qualche minuto la coppia capitanata dal Libelli, forte atleta in forza al team Turnover, ma entrambi optano per lasciar perdere l'ascesa verso la cima.

E' così che il trio misto affronta la salita sempre compatto e ad una frequenza cardiaca in soglia e, dopo essersi bevuto i 19 tornanti sterrati arriva ben presto a Mezzomonte, per tornare giù verso Sezano. E' però il Conte a condurre le danze e si lascia andare giù per lo sterrato di via Cellore, scoperto dal nobile da qualche settimana nell'accompagnare il fido Dylan. Anche il Sambu rivela che per lui si tratta di una discesa inedita, mentre l'ormai navigato Ppower conferma la conoscenza del tracciato ed invita Sua Signoria a provare a scalarla anche in salita.

E' così che puntiamo verso le cantine Bertani attraverso l'uliveto a fianco della superstrada ed arriva la meritata sosta al Ciao, dove il Sambu saluta mentre il Marcante e il Fabio si concedono rispettivamente cappuccino e macchiatone. Il ritorno verso Quinto lungo l'asfalto termina l'uscita domenicale, pensando che anche oggi si è salvato capra e cavoli.

Ne son pertanto venute fuori circa 2 ore e mezza di sterrati pedalabili, alternati anche da qualche strappetto degno di nota, per un totale di quasi 40 km per la gioia dei tre presenti e per buona pace del Pappataso, che non ne ha voluto sapere di inforcare il mezzo...

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Di Marco Tenuti (del 02/02/2009 @ 12:45:51, in MTB, linkato 1248 volte)

Inutile dire che i siti di meteo sono tra i miei preferiti da quando vado in bici. Il mio preferito per le previsioni è Il Meteo.it, ma guardo molto spesso anche Meteoveneto.com per vedere quali sono le temperature istantanee in modo da decidere al volo l'abbigliamento più idoneo. Le stazioni meteo osservate speciali delle mie consultazioni sono quelle di Grezzana e di Verona Nesente, per cui faccio la media aritmetica e mi salta fuori la temperatura di Quinto di Valpantena.

La giornata odierna - lunedì 2 febbraio - è assolutamente da dimenticare, ma pare che martedì smetterà a centro giornata fino a sera e questo consentirà di mettere le ruote sul circuito notturno:

http://www.ilmeteo.it/meteo/Verona

L'appuntamento è pertanto alle 21.45 alla Farmacia Comunale di Quinto di Valpantena per coloro che volessero agganciarsi al trenino, se "trenino" sarà. Si puo' venire con qualsiasi bici, anche se la bici ideale non è nè la MTB con gomme tassellate, nè la BDC troppo pulita, ma la MTB con gomme scorrevoli e magari forca rigida. La temperatura prevista sarà di circa 9° gradi, per cui le condizioni sono accettabili, anche se l'umidità relativa sarà molto alta e probabilmente l'asfalto sarà molto umido.

L'obiettivo e' quello di fare una sessione a ritmo medio-alto, probabilmente tre giri completi del circuito da 12 km, magari col giro centrale a tutta o quasi, in modo da verificare lo stato di forma durante questo decorso dopo l'infortunio accusato.

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Di Marco Tenuti (del 04/02/2009 @ 08:44:22, in MTB, linkato 1276 volte)

Percorso notturno in BDC Ieri sera l'intenzione era quella di uscire con la MTB sul circuito notturno, visto che la Scale era ancora bella sporca dall'uscita fatta domenica col Savoia e il Sambu, ma una foratura sul Crossmark posteriore non vuol saperne di tapparsi bene col lattice, se alzo la pressione a 2,5 atm, così va da sè che ho lasciato la MTB in favore della BDC.

Oggi spenderò un quarto d'ora per tirare giù il tubeless e per metterci una pezza su 'sto forellino che non sta su col lattice.

Ecco che pertanto mi ritrovo ad uscire in BDC per la prima volta sul circuito: una minima difficoltà a installare la lucetta anteriore, ma si parte poco dopo le 22.

Il primo giro è fatto in soupless ad una media ancora bassina per la BDC e cioè a 28,2 km/h, ma la botta arriva nel secondo giro, quando decido di stare quasi per tutto il giro appena fuori soglia, cioè nel range 160-173 bpm, stimolato anche dai 24' netti segnati dal cronometro del Savoia inseguito dal Pappataso.

La botta è importante e ci scappa un 22'54", quindi temo a questo punto una escalation... la media è dei 31,44 km/h, che è una gran media, considerato il condizionamento della scarsa visibilità e che c'è pur sempre lo scollinamento di Novaglie dove si sale ad una velocità tra i 13 e i 15 km/h, quando la va ben!

Il terzo giro se ne va anche lui completamente in soupless e recupero dopo la pacca data nel giro precedente: il tempo è altissimo e manco ve lo scrivo, ma siete autorizzati a pensare che ho sparato quasi tutto al giro precedente.

Concludo il quarto giro in circa 25 minuti, senza particolari stress, ma badando sempre ad ascoltare la gamba sinistra che ancora non ne vuole sapere di tornare completamente a posto. Speriamo che la settimana norvegese sia di aiuto in questa direzione per una completa sistemazione sia del gastrocnemio, che dei tendini collegati.

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Di Marco Tenuti (del 05/02/2009 @ 09:18:46, in iPhone, linkato 7103 volte)

E' capitato che qualche amico mi abbia chiesto come funzioni il GPS integrato dell'iPhone, quindi sulla scorta della mia esperienza, ecco dove sono arrivate le mie conoscenze...

Per tracciare i percorsi col GPS non è necessario essere stabilmente collegati ad internet attraverso qualche servizio di connettività e nella fattispecie il Vodafone Pack per chi è cliente Vodafone. Basta installarsi un qualche software di tracking da iTunes e poi usarlo. Io sto usando sull'iPhone da ormai tre mesi Trails e devo dire che funziona alla grande in accoppiata con TrailRunner per Mac OS X. Le prime versioni avevano qualche bachetto di troppo, ma a partire dalla versione 1.5 o giù di lì, sono comparse tutta una serie di novità, che a mio avviso lo hanno distinto dalla concorrenza.

Non è certo l'unico: l'offerta di software di tracking per iPhone, a differenza di 4-5 mesi fa, adesso è smisurata, quindi si tratta di scegliere il migliore per le vostre esigenze.

Alcune dritte da sapere per l'iPhone e il GPS:

  • ha una logica tutta sua per il tracking: esso si basa sulla qualità del segnale e se la qualità del segnale è inferiore ad una soglia impostata dall'applicazione, il posizionamento fallisce. Ci sono a volte, soprattutto appena dopo aver fatto partire l'applicazione di tracking e conseguentemente del GPS integrato, che arriva solo il segnale della cella GSM/GPRS, ma non aggancia ancora il segnale radio dei satelliti del sistema GPS. Se arriva solo il segnale GSM, l'iPhone comunque cerca di arrangiarsi e di stabilire un posizionamento di scarsa qualità. Spesso viene stabilito interpolando la distanza dalle celle GSM contigue e la tolleranza intrinseca di tale posizionamento è molto elevata. Va da sè che se un'applicazione, come Trails, è impostata con una tolleranza abbastanza bassa, la localizzazione effettuata non è accettabile e il posizionamento fallisce. Appena invece l'iPhone comincia ad agganciare il segnale radio del network di satelliti GSM, allora la tolleranza si abbassa parecchio e il tracciamento comincia a partire correttamente. A parte questo, una volta che la tolleranza è molto bassa, perché il segnale GPS si attesta su un livello di massima qualità, la circuiteria del GPS dell'iPhone non è un granché come precisione. Sono ancora dell'idea che un ricevitore GPS Bluetooth esterno sia molto più preciso e molto più parco come assorbimento di corrente, per cui speriamo che Apple si decida una volta per tutte di consentire agli sviluppatori di utilizzare la radio Bluetooth anche per terzi scopi;
  • un'altro aspetto poco gradevole del GPS integrato nell'iPhone è che non può bloccare il telefono durante il tracciamento per due motivi. Il blocco del telefono o anche quello automatico spengono la circuiteria del GPS e quindi si terminerebbe anzitempo il tracking. Il secondo motivo è che l'applicazione di tracking, in quanto applicazione di terze parti, deve girare in primo piano, altrimenti se fai partire qualcos'altro appena dopo, l'applicazione viene chiusa e salta anche lì il tracciamento. Questo fa sì che tutti gli sviluppatori di software di tracking per GPS abbiano implementato la schermata di tracciamento attraverso uno slider o qualcosa di simile per emulare il blocco standard di iPhone, senza però bloccarlo davvero, e tale schermata è sufficientemente buia, in modo da non consumare troppa batteria attraverso la luminosità del display. Se uscite a fare jogging o in bici, lo dovrete insomma tenere in tasca acceso, senza preoccuparvi più di tanto che il tracciamento venga interrotto, più che altro perché un tocco causale dello schermo è assai improbabile che coincida col movimento di far scorrrere lo slider logico che c'è nella schermata del software di tracking;
  • terzo aspetto, ma non secondario per importanza durante le uscite in bici: quando l'iPhone sta tracciando col GPS, la batteria si prosciuga in maniera impressionante e l'autonomia del telefono cala drasticamente a poco più di 4 ore. Questo vuol dire che è necessario adottare qualche altra precauzione nell'uso del GPS integrato: spegnete sempre il Wifi e l'eventuale Bluetooth per il microfono e spegnete anche la connettività UMTS/3G alla rete telefonica, tanto non avete bisogno di accedere ad internet. Se invece siete in macchina ed avete un alimentatore a bordo a cui tenere collegato l'iPhone, allora andate pure con tutte le feature attivate a volontà!

Probabilmente la Apple col prossimo iPhone previsto per giugno/luglio 2009 risolverà tutti e tre i problemi, cioè quello della possibilità di bloccare lo schermo ad applicazioni di terze parte senza che queste debbano chiudersi, la possibilità che un'applicazione possa girare in background mentre si fa dell'altro, un chipset del GPS un po' meno esoso e infine una batteria un po' più duratura.

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Di Marco Tenuti (del 22/02/2009 @ 11:24:20, in natura, linkato 1209 volte)

Mulattiera nel bosco ai CasottiDopo un'intensa settimana norvegese piena di sport, ma anche di neve e di freddo, l'intenzione del sottoscritto era quella di ritornare alla bici e a pedalare in vista della stagione agonistica che si fa sempre più vicina con in teoria tre date abbastanza distanziate, come Airon Bike, GF di Monteriggioni e Lessinia Legend.

E' così che mercoledì ho deciso di onorare più che mai il Biday insieme all'altro cofondatore, il buon Giando, ma nonostante l'abbastanza lungo riposo di circa 12 giorni per il mio gastrocnemio sinistro, non ho avuto buone sensazioni dal mio polpaccio ed ho deciso di stare ancora fermo per un po'.

In questi giorni sto pertanto usando la bici esclusivamente come mezzo di locomozione a sfavore dell'automobile, per andare ad esempio in centro a Verona o per andare all'Eurospin a fare la spesa o poco più. Ovviamente sempre il tutto senza spingere quantomeno con la gamba sinistra e con frequenze cardiache praticamente a riposo.

Ne sto approfittando anche per aiutare un po' mio padre nel bosco ai Casotti e tagliare legna e a portarla a casa, evitando tutti quei movimenti che richiedano la contrazione del gastrocnemio mediale - cioè quella contrazione muscolare che fa si che la punta del piede schiacci verso il basso rispetto alla caviglia. 

La gamba destra però si lamenta non poco, perché lei è veramente sacrificata nella cosa e deve accettare di starsene ferma per colpa dell'altra. Appena però si presenta l'occasione di appoggiarla sul pedale, lei manifesta tutte le sue non velate intenzioni di guerra: spinge alla grande davanti e tira altrettanto bene dietro e cerca così di tenersi allenata in qui pochi chilometri che la separano dall'Eurospin o dal centrocittà.

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