Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
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Mi è capitato più di una volta di incontrare l'incredulità di amici o parenti per quello che è conosciuto come problema dello stesso compleanno o paradosso del compleanno. Il motivo di meraviglia l'ho notato quando vengono a scoprire che due persone compiono gli anni lo stesso giorno, ma se si guardano i numeri o più nel dettaglio il calcolo delle probabilità, si scopre che non è poi un evento così raro, anzi.
Il problema, dopo che lo si è sviscerato un attimo, sentenzia che basta un gruppo di 23 persone per avere al suo interno una probabilità superiore al 50% che due compiano gli anno lo stesso giorno. Vi rimando a Wikipedia per la questione, ma non solo:
http://en.wikipedia.org/wiki/Birthday_paradox
o l'equivalente pagina in italiano:
http://it.wikipedia.org/wiki/Paradosso_del_compleanno
It's the quiet ones you need to watch. Bisogna fare attenzione a quelli tranquilli. Chi si nota poco è forse più 'pericoloso' degli estroversi.
Ignorance is bliss. L'ignoranza è benedetta. Non essere a conoscenza di fatti migliora la qualitá della vita.
Don't put off until tomorrow what you can do today. Non rimandare a domani quello che puoi fare oggi.
Time is money. Il tempo è denaro.
Being busy as a bee. Essere indaffarati come un'ape. Si dice quando si è impegnatissimi.
Having butterflies in the stomach. Avere farfalle nello stomaco. Per descrivere nervosismo.
Jump out of the skin. Saltare al di fuori dalla pelle. Per descrivere un grosso spavento.
It's only a storm in a teacup. E' solo una tempesta in una tazza di thé. Non è niente di cui preoccuparsi.
Blowing your own trumpet. Suonare la propria tromba.
Lodarsi, dicendo a tutti di come si è bravi a fare qualcosa.
To drink like a fish. Bere come un pesce. Usato per descrivere chi beve alcoolici in grande quantitá.
Sitting on the fence. Stare seduti sul recinto.
Non prendere le parti di nessuno.
To be a chip off the old block.
Essere una scheggia del vecchio blocco di legno.
Tale padre tale figlio.
The grass is always greener on the other side.
L'erba è sempre piú verde dall'altro lato dello steccato.
L'erba del vicino è sempre piú verde.
It's raining cats and dogs. Sta piovendo gatti e cani. Sta piovendo molto forte.
Four seasons in one day. Quattro stagioni in un giorno.
Usato per descrivere un tempo molto variabile.
Caught between a rock and a hard place. Intrappolato tra una roccia ed una superficie dura. Trovarsi tra l'incudine ed il martello.
A piece of cake. Una fetta di torta. Usato per descrivere qualcosa veramente facile da fare.
Too many cooks spoil the broth. Troppi cuochi rovinano il brodo. Usato per descrivere l'effetto negativo di troppe persone che cercano di aiutare.
A dog is a man's best friend. Il cane è il migliore amico dell'uomo.
Chalk and cheese. Gesso e formaggio. Si dice di due persone di caratteristiche diametralmente opposte.
So close yet so far. Cosí vicino eppure ancora lontano. Quando si è vicini a raggiungere un qualcosa che poi sfugge all'ultimo minuto.
Red sky at night, sheperd's delight. Rosso di sera, fa il pastore contento. Rosso di sera, bel tempo si spera.
Early bird catches the worm. L'uccello mattiniero acchiappa il verme. Chi dorme non piglia pesci.
A rolling stone gathers no moss. Sulla pietra che rotola non si accumula muschio. Usato per descrivere i benefici di essere sempre in movimento, attivi.
Three times a bridesmaid never a bride. Tre volte damigella d'onore mai sposa. Fare la damigella d'onore per la terza volta porta sfortuna alle ragazze che vogliono sposarsi.
A stitch in time, saves nine. Un punto adesso ne risparmia nove dopo.
A change is as good as a rest. Un cambiamento fa bene quanto il riposo.
What goes up must come down. Ció che va sú deve tornare giú. Specialmente riguardo il mercato azionario.
Two is company, three is a crowd. Due è compagnia, tre è sovraffollato. In due si sta bene, in tre uno è di troppo.
Great minds think alike. Grandi menti pensano allo stesso modo. Usato per complimentarsi a vicenda quando due persone dicono la stessa cosa.
Variety is the spice of life. La varietà è la spezia della vita. Per descrivere i benefici di una vita piena di interessi.
Fools rarely differ. Stupidi raramente sono in disaccordo.
Blood is thicker than water. Il sangue è più denso dell'acqua. I rapporti familiari sono i piú importanti.
Beauty is in the eye of the beholder. La bellezza è nell'occhio di chi guarda.
E' bello ciò che piace.
Better the devil you know. E' meglio il diavolo che conosci. Si prendono meno rischi con un 'pericolo' che si conosce piuttosto che con qualcosa di sconosciuto.
The world is your oyster. Il mondo è la tua ostrica. Il mondo ti offre possibilitá e dipende da te approfittarne.
It takes two to tango. Bisogna essere in due per ballare il tango. Usato per dire che per far funzionare qualcosa entrambe le parti devono darsi da fare.
Being all ears. Essere tutto orecchi.
Home Sweet Home. Casa dolce casa.
Leaving no stone unturned. Guardare sotto tutte le pietre. Controllare dappertutto.
Silence is golden. Il silenzio è dorato. Descrive quanto si apprezza il silenzio.
Every cloud has a silver lining. Ogni nuvola ha un bordo argentato. Ogni avversitá ha un aspetto positivo.
Red sky in the morning, sailor's warning. Rosso di mattina, desta l'allarme per il marinaio.
Rosso di mattina, brutto tempo s'avvicina.
Horses for courses. Cavalli per ippodromi. Ogni 'cavallo' è adatto a particolari 'ippodromi'.
Have your cake and eat it. Avere la torta e mangiarla. Avere la botte piena e la moglie ubriaca.
Keep up with the Joneses. Stare al passo con i Jones. Quando si cerca di rivaleggiare con i vicini in tema di traguardi materialistici.
Age before beauty. Etá prima della bellezza. Usato quando ironicamente si vuole far passare qualcuno piú anziano.
To rob Peter to pay Paul. Rubare a Peter per pagare Paul.
A picture says a thousand words. Un'immagine vale mille parole.
Don't shoot the messenger. Non sparate al messaggiero. Ambasciator non porta pena.
Once bitten, twice shy. Punto una volta, timido la seconda. Sbagliando si impara.
To put the cart before the horses. Mettere il carro davanti ai cavalli. Mettere il carro davanti ai buoi.
First come, first served. Primo arrivato, primo servito.
There's no smoke without a fire. Non c'è fumo senza il fuoco.
It's grim up north. E' deprimente al nord.
An Englishman's home is his castle. La casa dell'Inglese è il suo castello.
There's no place like home. Non c'è alcun luogo caro come casa.
Love is blind. L'amore è cieco.
A diamond is a girl's best friend. Un diamante è il miglior amico di una ragazza.
Pubblicitá usata dai gioiellieri.
Being sent to Coventry. Essere mandato a Coventry. Essere ostracizzato da tutti.
Burn the midnight oil. Bruciare l'olio della mezzanotte. Lavorare fino a notte tarda.
Burn the candle at both ends.
Bruciare la candela da entrambe le estremitá.
Quando si lavora troppo.
As mad as a hatter. Matto come un cappellaio. Nel passato i cappellai usavano sostanze chimiche che causavano problemi mentali dopo anni di lavoro.
Dogs are not just for Christmas. I cani non sono solo per Natale.
Campagna pubblicitaria per evitare che cuccioli siano regalati a Natale e abbandonati quando cresciuti.
Questa la tabella di ricorrenze che ho trovato appesa in una vetrina di bomboniere in centro a Padova:
- 1 anno: cotone (confetti rosa)
- 2 anni: cuoio
- 3 anni: grano
- 4 anni: cera
- 5 anni: legno (altri dicono seta, confetti fucsia)
- 6 anni: cartone
- 7 anni: lana
- 8 anni: papavero
- 9 anni: maiolica
- 10 anni: stagno (altri sostengono alluminio confetti gialli)
- 11 anni: corallo
- 12 anni: seta
- 13 anni: mughetto
- 14 anni: piombo
- 15 anni: cristallo (altri dicono porcellana, confetti beige)
- 16 anni: zaffiro
- 17 anni: rosa
- 18 anni: turchese
- 19 anni: cretonne
- 20 anni: porcellana (altri sostengono cristallo, confetti luce del sole)
- 21 anni: opale
- 22 anni: bronzo
- 23 anni: fiori d'arancio
- 24 anni: raso
- 25 anni: argento (argento)
- 26 anni: giada
- 27 anni: mogano
- 28 anni: nichel
- 29 anni: velluto
- 30 anni: perla (confetti acquamarina)
- 31 anni: pelle
- 32 anni: rame
- 33 anni: orchidea
- 34 anni: ambra
- 35 anni: smeraldo (altri dicono zaffiro, confetti verdi o blu)
- 36 anni: mussola
- 37 anni: carta
- 38 anni: mercurio
- 39 anni: organza
- 40 anni: rubino (altri dicono smeraldo e quindi confetti verdi)
- 41 anni: ferro
- 42 anni: madreperla
- 43 anni: flanella
- 44 anni: topazio
- 45 anni: smalto (altri dicono rubino e confetti rossi)
- 46 anni: lavanda
- 47 anni: cachemire
- 48 anni: ametista
- 49 anni: cedro
- 50 anni: oro (confetti oro)
- 55 anni: avorio (confetti avorio)
- 60 anni: diamante (confetti bianchi)
- 70 anni: platino
- 75 anni: alabastro
- 80 anni: castagno
Se andate però su Wikipedia trovate delle differenze, che fanno pensare che siano speculazioni quasi esclusivamente commerciali.
Ogni tanto andare a sfogliare l'enciclopedia per essere un po' meno ignoranti può essere una buona idea e guardate qua cosa c'è al riguardo del nostro insetto preferito...
Il suo nome scientifico è Phlebotomus papatasi ed è un dittero nematocero della famiglia degli psicodidi, mica cicicucù.
Per la scheda completa andate pure a questa pagina di Wikipedia.
Ieri piccola discussione in casa Giarola per decidere se la pearà DOC sia fatta col formaggio o meno. Ora non è ancora dato sapersi quale sia la ricetta autentica della pearà, anche se si possono portare varie argomentazioni.
La prima è che, essendo un piatto "povero" della tradizione veronese, cioè un piatto fatto con gli avanzi di altre pietanze, quali appunto i pezzi di pane raffermo e il midollo di ossa di bue, dovrebbe essere un piatto sostanzialmente povero e quindi non ci dovrebbe essere posto per il formaggio, visto che il formaggio è pur sempre considerato "companatico", e cioè qualcosa che dà importante apporto calorico.
Sul web, se cercate su Google "ricetta pearà", troverete parecchie ricette della tipica salsa veronese che la danno senza il formaggio grana, ma son dell'idea che parecchi dicono e scrivono che vada senza formaggio grana, semplicemente per il fatto che spesso in famiglia c'è sempre un componente o due che non ama il profumo e il sapore del formaggio, a maggior ragione se intenso come quello del grana.
La mia personale opinione è che il formaggio grana dia alla pearà un gusto sicuramente amabile, per cui cuccatevi qua la "ricetta autentica di nonna Armida":
Pearà. L’autentica ricetta della Pearà di nonna Armida Ricetta di Carlo Colla
Il bollito di manzo, di gallina, di lingua di bovino e di testina di vitello con il cotechino lessato accompagnati dalla Pearà sono gli ingredienti indispensabili per il piatto principale del pranzo della domenica nella tradizione delle famiglie veronesi.
La pearà è una leccornia nata dall’inventiva delle nostre nonne che utilizzando alimenti come il pane raffermo ed il midollo di bue, altrimenti destinati allo scarto, accompagna i bolliti esaltandone il sapore ed il gusto
Ingredienti della Pearà (per 4 persone)
Pane vecchio di grano duro: 500 g Midollo di bovino: 100 g Brodo di carne di manzo e gallina: un litro Pepe nero: due cucchiaini da caffè Parmigiano Reggiano o Grana Padano: g.100 Olio extra vergine d’oliva della Valtramigna: g. 100 Sale: q.b.
Preparazione degli ingredienti
-portare ad ebollizione il brodo; -estrarre il midollo dall’osso; -grattugiare il pane vecchio e passarlo al setaccio; -grattugiare il parmigiano.
Preparazione
Porre un tegame in terracotta (diametro 25 centimetri) su un fornello piccolo interponendo un disco rompifiamma (L’ideale sarebbe poter utilizzare la piastra in ghisa). Sciogliere il midollo con 40 grammi d’olio mescolando con una spatola di legno, far scendere a pioggia il pane grattugiato e il pepe, aggiungere il brodo bollente, mescolare fino ad ottenere una crema, portare ad ebollizione ed abbassare il fuoco al minimo.Versate a filo ed in tondo l’olio rimasto senza mescolare. Lasciare sobbollire per almeno due ore senza coperchio (sarà l’olio a fare questa funzione). A cottura ultimata aggiungere il parmigiano mescolando leggermente, regolare il sale e il pepe. La Pearà dovrà risultare una salsa ben pepata, densa ed omogenea. Mettere la terracotta in tavola su di un fornellino ad alcool in modo che la Pearà risulti bollente fino all’ultimo cucchiaio.
Assieme alla Pearà, con i bolliti, si possono servire anche:
- il cren grattugiato, macerato in aceto e condito con olio extra vergine d’oliva - la salsa verde - la mostarda vicentina
Nella tradizione non si tostava il pane, non si usava mai il burro, non si faceva il brodo con il pollo, non si mescolavano mai altre salse alla pearà.
Dal dialetto veronese: Par na bona pearà ghe vole pan vecio, la miola de bò, brodo bon e che la pipa almanco do ore.(Per una buona Pearà servono pane raffermo, midollo di bovino, ottimo brodo di carne, ed una cottura a fuoco moderato per almeno due ore.
Siccome sono direttamente coinvolto nella cosa da domenica pomeriggio, eccomi ad esporvi una breve trattazione del Raffreddore, che ho trovato su Medicina Live.
I raffreddori comuni, diversi dalle riniti e dai raffreddori allergici, sono delle infezioni che colpiscono gola e naso. Nella maggior parte degli adulti compaiono sintomi del raffreddore due o tre volte all’anno, mentre nei bambini avvengono sei-otto volte.
CAUSE: Ci sono più di 200 diversi virus che causano il raffreddore comune, i più diffusi dei quali sono i rinovirus, ma anche coronavirus, adenovirus e virus respiratorio sinciziale (RSV, più comune nei bambini). E’ molto facile raffreddarsi perchè se il sistema immunitario di un corpo sviluppa l’immunità adatta ad un tipo di virus, potrebbe essere contagiabile da un virus diverso. Il virus potrebbe essere diffuso da starnuti e tosse. Il modo più comune di diffusione è il contatto diretto con una persona infetta. Tipicamente, la persona con il raffreddore tocca il proprio naso o mette la mano davanti alla bocca quando tossisce, lasciando migliaia di microscopiche particelle virali sulla propria pelle. Quando poi tocca un oggetto come una maniglia, un carrello della spesa o stringe la mano di qualcun’altro, vi lascia attaccato il virus. La prossima persona che toccherà l’oggetto sarà infettata. Bastano una dozzina di particelle virali per attaccare il raffreddore. Se la persona che ha raccolto il virus si tocca il naso o gli occhi, lo deposita in questo modo in un ambiente caldo e umido, l’ideale per prosperare. Le particelle virali si addensano nelle adenoidi sul retro della gola, dove si riproducono. Infine, una volta mature, rilasciano migliaia di nuove particelle virali per la diffusione in altre cellule. Questo processo è molto rapido, dura solo da 8 a 12 ore dall’arrivo del virus.
SINTOMI: I sintomi si sviluppano rapidamente, entro circa dieci ore (periodo di incubazione). Essi sono causati per lo più dalla reazione del corpo al virus del raffreddore. Le ghiandole mucose aumentano il loro lavoro e di conseguenza, le vie nasali diventano gonfie e soffocate a causa delle secrezioni. I sintomi raggiungono il picco dopo 36-72 ore e comprendono:
-
Mal di gola secco (di solito il primo segno di un raffreddore);
-
Naso che cola e starnuti;
-
Voce rauca;
-
Naso bloccato;
-
Tosse;
-
Lieve mal di testa;
-
Febbre bassa;
-
Sensazione di malessere generale.
I sintomi dovrebbero iniziare a migliorare dopo tre giorni e possono sparire entro circa sette giorni (ma possono persistere fino a due settimane). Un caso su quattro non sviluppa alcun sintomo, forse perché il sistema immunitario non reagisce al virus nel modo solito. E’ facile confondere un raffreddore con l’influenza, ma in generale l’influenza è più grave e produce una febbre più alta (sopra i 38 gradi) e sintomi più generalizzati in tutto il corpo come muscoli indolenziti, letargia, brividi, nausea e vomito.
TERAPIA: Nonostante decenni di ricerca, non è semplice curare il raffreddore. Gli antibiotici usati contro le infezioni batteriche non hanno alcun effetto sui virus, e i farmaci antivirali utilizzati per altre infezioni virali non sono utili contro i virus che causano raffreddori. La maggior parte dei raffreddori guariscono con metodi non farmacologici come:
-
Essere ben idratati (bere almeno otto bicchieri di acqua al giorno);
-
Utilizzare un umidificatore per evitare che il riscaldamento asciughi il rivestimento delle membrane mucose e le vie respiratorie superiori;
-
Curare la congestione nasale con inalazione di vapore;
-
Prendere un semplice analgesico come il paracetamolo o ibuprofene regolarmente;
-
Provare anestetici per la gola o fare gargarismi con l’acqua salata per migliorare il mal di gola;
-
Riposarsi e mangiare regolarmente per mantenere livelli di energia elevati.
I vantaggi dei supplementi di vitamina C sia per la prevenzione che per la cura del raffreddore rimangono controversi. Una recente revisione di più di 30 studi ha rivelato che durante i periodi di intenso stress le persone possono dimezzare la quantità assunta di vitamina C per curare il raffreddore. Alcuni sostengono che servono dosi molto più elevate di vitamina C. Molte altre terapie sono in fase di studio come quella a base di zinco e di erbe echinacee.
PROGNOSI: Se i sintomi persistono, consultare il medico. Gravi infezioni secondarie, come la polmonite, possono seguire al raffreddore, soprattutto se si è contratta l’influenza. Circa un raffreddore su 20 è complicato da un’infezione batterica che necessita la terapia con gli antibiotici. Tra i bambini, i raffreddori spesso portano ad infezioni batteriche all’orecchio, ma questo è molto meno comune negli adulti. Il raffreddore può anche aggravare l’asma e bronchite cronica.
PREVENZIONE: Il modo migliore per evitare un’epidemia è restare il più lontano possibile dagli altri nei primi 3 giorni in cui si è contratto il raffreddore, quando cioè c’è una presenza enorme di virus che potrebbe essere espulsa dal naso. Altri metodi sono:
-
Lavare le mani frequentemente;
-
Evitare di toccare il naso e gli occhi;
-
Utilizzare fazzoletti usa e getta.
E' passato più di un mese dalla sensazione scoperta fatta da un gruppo di ricercatori italiani, che metterebbe in discussione la teoria della relatività ristretta di Einstein.
In tanti hanno subito messo in discussione il risultato a cui sono pervenuti i nostri ricercatori, che si sono avvalsi delle misurazioni del fascio di neutrini sparati dal Cern di Ginevra verso i laboratori del Gran Sasso, in provincia di L'Aquila.
Siccome la cosa mi desta una certa curiosità scientifica, negli ultimi giorni guardo qua e là se c'è qualche aggiornamento sulla vicenda, visto che i nostri ricercatori invitavano chiunque a mandare le loro osservazioni sulla bontà del metodo sperimentale per la misurazione.
E' stata cambiata la modalità con cui il fascio di neutrini viene inviato, eliminando un'emissione a forma gaussiana molto lunga e passando ad un'emissione ad intermittenza ad una frequenza molto più rapida e corta, in modo da leggere bene la sequenza di impulsi.
Tra le altre curiosità, il fascio di neutrini viaggia nel famoso "tunnel Gelmini" lungo 732 km e che nel punto centrale si trova ad una profondità di 11,4 km dal suolo italiano, cioè tra Monte Maggiorasca e Monte Prato.
Il tempo di percorrenza sembrerebbe essere di 2,43 secondi e di soli 60 nanosecondi più veloce della luce.
I risultati delle verifiche sono attesi entro la fine di novembre, anche se i riscontri della seconda serie di test paiono essere positivi, quindi Einstein traballa non poco.
Intanto vi lascio ad alcuni link al riguardo:
Buona lettura!
Rimbalzo volentieri questo manifesto, segnalato su , ma originariamente sul sito del Giornalettismo a questo indirizzo.
Un semplice manifesto da mettere sullo sfondo dello schermo, da appendere in ufficio, da mettere a lato nella propria bacheca virtuale della propria pagina su Facebook, sul proprio blog o qualsiasi altro social network.
Tutti ci invidiano la soavità e la musicalità della nostra lingua. E' vero che la componente fonetica c'entra poco che la scrittura, ma impariamo bene e una volta per tutte a scrivere bene in italiano, visto che anche l'occhio vuole la sua parte, soprattutto quando si scrive in pubblico. Sempre più gente lo fa grazie alla rete: allora "scriviamo bene, cazzo!", potrebbe dire il comandante De Falco.
Da diffondere immediatamente anche verso i vostri amici che stentano su questi fondamentali. Non gli state chiedendo la consecutio temporum, ma solo di scrivere giusto.
La domanda che pongo a tutti i ciclisti più o meno matematici è molto semplice: perché in un giro di montagna la media è bassa? Non rispondetemi subito con "la strada è in salita, è dura", ma continuate a leggere.
È una domanda che mi sono posto molto spesso, anche se è una questione puramente algebrica. "Oggi mi sono fatto un giro fino a Garda, all'andata ho tenuto i 32 di media, al ritorno i 28 di media: posso concludere che ho fatto i 30 di media". Falso.
Di tanto in tanto nei giri in bici, si raggiunge una meta e si ritorna per la stessa strada percorsa all'andata. Quando però la meta è una località di montagna, un GPM, la velocità media all'andata è decisamente bassa ed in qualche modo le elevate velocità di percorrenza delle discese consentono di riportare la media totale a valori accettabili, ma non a valori che ci si aspetterebbe più alti.
Per esempio ieri sera me ne sono andato a Passo Fittanze con l'Orlando. Per salire abbiamo tenuto una media dei 15 km/h. Al ritorno ci siamo fiondati su tutte le discese a velocità stabilmente oltre i 50 km/h, anche se per uscire dai tornanti c'è sempre da rilanciare da velocità decisamente più basse, per cui potremmo pensare benissimo di avere tenuto una media dei 45 km/h, cioè tripla rispetto all'andata (k=3 se leggete fino in fondo), senza che stiamo qui a sindacare se il percorso di andata sia identico a quello di ritorno. Da questi semplici numeri verrebbe da pensare che la media totale tenuta è la media delle velocità medie, cioè (15+45)/2=30 km/h, una signora media per un giro di montagna.
La verità è che la media reale non la possiamo calcolare in questo modo. Questa approssimazione la possiamo fare quando le velocità dei due tratti sono pressoché uguali: non la possiamo assolutamente fare su un percorso di montagna, dove la velocità di ritorno è almeno doppia,se non tripla, rispetto a quella di andata.
Passiamo alle formule, spiegando anzitutto le variabili:
- s: distanza percorsa del mezzo giro (per salire percorriamo una distanza s, per tornare a casa altrettanta distanza s)
- t: tempo impiegato per il ritorno
- k: coefficiente moltiplicatore del tempo impiegato per l'andata (dove il tempo impiegato per andare è appunto k*t)
Da queste variabili s/t è la velocità media del ritorno, mentre s/(k*t) è la velocità media dell'andata. 2s è la distanza totale percorsa. (1+k)*t è il tempo totale trascorso in bici. La formula "sbagliata", ossia quella che dice che velocità media totale è la media delle velocità medie, è la seguente:
La formula giusta è invece questa:
Quand'è pertanto che il risultato della formula sbagliata coincide al risultato della formula giusta?
Solo quando k = 1, cioè quando la velocità dell'andata è identica alla velocità di ritorno! In tutti gli altri casi l'approssimazione è a tutti gli effetti un errore. Ieri sera abbiamo tenuto una media reale dei 25,5 km/h, non dei 30 km/h, contro una di 22,5 km/h, nel caso in cui k fosse uguale a 3. Evidentemente il k del giro di ieri sera è più basso (k=2,5) e lo possiamo tirare fuori solo dall'acquisizione del mio Polar o dal Garmin dello zio Paolo.
Adesso aspetto la replica dei tanti ingegneri che leggono il mio blog, ma anche degli altri simpatizzanti...
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