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La prima vera prova di una 29
Di Marco Tenuti (del 01/11/2011 @ 11:00:57, in MTB, linkato 1412 volte)

Foto ai Finetti col PFC e 29erSabato sera il mio negozio di riferimento, Turnover, mi chiama attraverso la voce del Bosca e mi mettono a disposizione la test bike Sants SM29 in taglia M. Era appena stata "chiusa" su dal Bosca ed io ho avuto l'onore di farle assaggiare per primo l'asfalto e lo sterrato.

Attraverso un rocambolesco recupero della bici dopo l'orario di chiusura, eccomi domenica mattina farci un giretto su asfalto tanto per capire di che morte morire...

Mi faccio un paio di volte l'intera Valpantena interna, prima per un vai e vieni da Rossini, poi dentro il treno Turnover della domenica mattina, con cui colgo l'occasione di decantare le "proprietà organolettiche" del mezzo, manco prendessi la provvigione per ogni pezzo venduto e nemmeno con cognizione di causa, visto che mi riempio la bocca di parole e discorsi che non ho avuto ancora modo di verificare e di provare sulla mia pelle.

Quello che capisco subito è che la bici pesa un po' troppo per i miei gusti e la sensazione del baricentro più alto la si avverte immediatamente e si fa fatica ad accettare alla prima uscita. Sul rotolamento e sull'inerzia delle ruotone poco si può dire, visto che l'asfalto non è la "terra" di una mountain bike.

E' così che lunedì mattina decido di tuffarmi in mare aperto: mi presento all'appuntamento indicato dal Papataso, ossia quello delle 8.45 al Felix di San Martino Buon Albergo, per un giretto tutto su asfalto con ruote grasse, ben consapevole che avrei intuito molto poco di quello che c'è da capire da una 29er. Il menu proposto dal Papataso è tante salite su asfalto anche belle ripide, che sarebbe il caso di affrontare con una 29er con ruote strette, pressioni alte e forcella rigida, mentre io arrivo all'appuntamento con una 29er con ruote grasse e abbastanza morbide, pressioni basse e forcella bella tosta. Se poi aggiungiamo che il programma prevede almeno una buona ottantina di chilometri e che il trasferimento da Grezzana a San Martino me lo sono fatto tutto da solo all'inseguimento del Conte Savoia, davanti a me di qualche minuto, fatevi subito il segno della croce e implorate per me pietà.

Succede però che all'appuntamento il clima è disteso e non si è ai ferri corti, come in altre fasi della stagione, se non fosse che il Papataso impone subito una velocità bella impegnativa da San Giacomo fino ad Illasi: finché c'è da ciucciar ruota, io ciuccio, penso tra me.

Capisco però che il Gianluca Tommasi ed anche il Walter Bertini, campione provinciale del Safari Bike UDACE 2011, non sono dello stesso avviso del Conte Savoia e del Papataso, così per tutta la giornata saliamo con un ritmo consono anche ai più lenti, così le prime due salite, soprattutto quella di Campiano, se ne vanno senza alcun patema per me.

Solo che dentro di me rode il fatto di essere andato con una 29er e non poterla provare nei tratti che gli sono più favorevoli, ossia la discesa scorrevole ed un po' impegnativa, così come sulle salite ripide con l'aderenza al limite. Per fortuna riesco a convincere il Tommy e così ci facciamo subito un pezzo della Tre Valli 2010 al contrario, cioè tutto il vaio prima di Monte Cimo e risaliamo subito verso Capitello Sant'Anna. Nello scendere verso il vaio il comportamento assomiglia un po' ad una full suspended: sulle cunette si salta e si plana con una sensazione di morbidezza che non appartiene alla Scaletta.

Tutto confermato quello che avevo letto e avevo sentito dalla bocca degli altri: in discesa mi pare di essere in sella ad una moto, mentre in salita la ruota posteriore non accenna minimamente a slittare, dove avrei slittato ovunque con la mia Scaletta. Peccato solo per il peso che è sempre abbondante, ma vedo che il Tommy è sempre dietro di me, quindi vuol dire che proprio malaccio non sto andando, nonostante io pedali una sola volta alla settimana.

Dopo esserci ricongiunti in prossimità dell'abitato di Marcemigo, risaliamo verso San Valentino e mi scambio la bici col Tommy e provo per un po' l'ebbrezza dei 10 kg di una "ventisei"... che leggerezza, mi pare di volare!

E' però sulla discesa dei cancelli che dò gas e faccio il vuoto su tutto e su tutti: con le ruote che si ritrova questa Sants il rotolamento è da superenduro. 2400 grammi più gomma e camera mi permettono di far scorrere la bici su qualsiasi cosa e si scende verso Mezzane di Sotto a tutta. Il mezzo è tutto fuorché nervoso, il limite è ancora molto lontano, non stacco mai i piedi dai pedali. Si scende, insomma, in totale sicurezza e dietro non c'è più nessuno.

Insisto per la parte finale del giro per fare altre salite, si perché io voglio buttarmi in discesa, nella discesa veloce. Così saliamo a San Briccio e riaccendiamo verso Marcellise, facendo un pezzo di Lessinia Legend 2008 al contrario, mentre poi saliamo dall'Arcavola verso il Monte dei Santi per fare il tratto molto accidentato verso le Ferrazze.

Lungo questo tratto sperimento un'altra cosa, cioè quella di non rischiare l'impuntamento, cosa che invece è sempre in agguato con una 26. Se ne accorge eccome il Conte che se ne va via alla grande lungo la salita dandomi almeno una trentina di secondi, che recupero tutti lungo il pezzo roccioso che la SM29 e la Reba RLT assecondano in maniera quasi perfetta.

Il rientro su asfalto è fatto di nuovo a ritmi umani, ma da Marzana a Grezzana le forze si affievoliscono, anzi finiscono del tutto e dalla Piazza Ederle fino a via Pozzo conosco a momenti la crisi di zuccheri.

Che dire: provare in maniera intensa una 29er da quasi 12 kg non è il massimo per giudicare l'efficacia di una bici del genere, soprattutto se si proviene da una 26 competitiva da poco più di 9 kg, però quello che mi aspettavo da una 29er, l'ho trovato tutto nella bici imprestatami dal negozio.

Bisognerebbe solo spenderci qualche soldo in più rispetto a quelli chiesti per questa Sants SM29. Bisognerebbe, a mio parere, togliere almeno mezzo chilo di ruote ed altro mezzo chilo tra gruppo e componenti vari e poi si può cominciare a ragionarci su... per il resto il telaio è onesto, mentre la forcella è sinonimo di sicurezza.

Per il resto il dado è tratto: avevo già deciso di allestirmi una 29er nuova e competitiva ancora tanti mesi fa. Continuo diritto sulla mia strada e non avrò nulla di cui pentirmi, anzi, dopo le conferme di ieri...