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Il percorso ideale con Maps
Di Marco Tenuti (del 20/02/2017 @ 21:20:00, in computational, linkato 684 volte)

Finché non ne hai la reale necessità, puoi solo apprezzare la potenzialità di alcune innovazioni, ma non le puoi sfruttare fino in fondo. E' da qualche settimana che uso la macchina lungo un tragitto stradale extraurbano che non è eccessivamente affollato, però presenta comunque le sue criticità durante gli orari di pendolarismo. Siccome anch'io mi sposto in quegli orari, io stesso contribuisco a rallentare la circolazione.

Dopo essermi imbattuto nei primi incolonnamenti, ho cominciato a diventare utilizzatore abituale delle mappe sia di Google che di Apple, per quanto riguarda le funzionalità di segnalazione del traffico. Entrambe le app sono pressoché uniformi nel dare indicazioni: il colore verde indica che non sono presenti rallentamenti lungo il tratto stradale, il colore giallo indica una velocità di percorrenza inferiore alla velocità media, mentre il colore rosso indica code ed incolonnamenti e quindi veicoli praticamente fermi.

Questa prestazione è disponibile nei vari sistemi informativi sulla navigazione già da un bel po' di tempo, ma come funzionano esattamente? Se penso ad un servizio analogo, mi viene da pensare a quello offerto dalle società di gestione delle autostrade attraverso la segnaletica orizzontale presente ovunque, solo che l'esperienza mi dice che tali indicazioni non sono così immediate ed efficaci. I tempi di risposta non sono bassi: quando si forma un incolonnamento, le segnalazioni partono spesso solo dopo l'intervento manuale di un operatore, mentre il ripristino delle normali condizioni di traffico è altrettanto lento, poiché esso avviene con un certo ritardo rispetto alla situazione reale, anche qui probabilmente perché i sistemi informativi sono controllati in modalità non completamente automatica. L'ultima volta mi è capitato di vedere tutte le automobili uscire dall'autostrada perché presi dal panico dell'ingorgo, col risultato che l'ingorgo si è postato dall'autostrada verso le superstrade parallele, mentre l'autostrada diventava completamente sgombera, mentre le indicazioni stradali non tempestivamente rinfrescate.

Cosa farsene pertanto di un servizio che non è efficace e responsivo? Può aiutare per evitare di perdere ore e ore imbottigliati durante l'esodo estivo o nei periodi di Natale, ma non è assolutamente efficace per chi invece usa abitualmente l'autostrada abitualmente e per tratte relativamente brevi.

Vediamo invece come funzionano servizi completamente automatici come quelli dei due colossi informatici: si basano su una tecnologia pervasiva, come il crowdsourcing, ossia si sfruttano i dispositivi elettronici degli utenti, i loro smartphone, per capire attraverso il loro posizionamento nel tempo cosa sta succedendo lungo le strade delle nostre città e paesi. Tutti i principali competitors ci hanno lavorato e ci continuano a lavorare, come Apple.

Se nel database della società di gestione di servizi, arriva un cospicuo numero di localizzazioni di telefoni lungo un tratto stradale in un tempo relativamente stretto e la velocità media di percorrenza dei dispositivi è molto più bassa di quella solita lungo lo stesso tratto, si può formulare l'ipotesi che si stia formando una coda.

Traffic estimates by crowdsourcing

E' chiaro che alcuni aggiustamenti all'algoritmo di detezione code vanno presi, per evitare i soliti falsi positivi. Alcune condizioni da captare sono le seguenti:

  • il numero minimo di dispositivi da considerare deve essere superiore o uguale ad un valore minimo (non bastano due macchine a fare coda)
  • le velocità dei veicoli lungo il tratto deve avere una deviazione statistica ampia (velocità a singhiozzo)
  • la velocità massima dei veicoli deve essere ampiamente superiore alla velocità che una persona può raggiungere a piedi o in bicicletta (non si devono confondere coi pedoni a bordo strada)
  • la velocità minima può anche azzerarsi, altrimenti siamo nella condizione di persone sedute a bordo strada
  • la distanza media di dispositivi lungo una polilinea immaginaria non deve essere inferiore ad un certo valore, cioè si rileva il fatto che i dispositivi si trovano a bordo di un autoveicolo che ha dimensioni apprezzabili

Esistono inoltre dei falsi positivi eccezionali, come l'ammassamento di tantissime persone in una stazione dei treni o della metropolitana, la loro non perfetta disposizione come una colonna, la partecipazione ad un evento sportivo o musicale. C'è pieno insomma di casi particolari, che possono far scattare la condizione di traffico senza per questo configurarsi come tale.

Quello che è sorprendente è che il tempo di reazione è inferiore ad un minuto, cioè proprio quello che serve a prendere decisioni veloci e puntuali sul traffico, anche per situazioni locali o limitate. Lo stesso dato di percorrenza opportunamente corretto della situazione di traffico istantanea è anche la base per offrire tragitti intelligenti, cioè che consentono di aggirare l'intasamento. Waze è stato infatti uno dei primi servizi a funzionare in questo modo.