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Una sgambatina sul Monte Baldo
Di Marco Tenuti (del 05/09/2009 @ 17:17:18, in MTB, linkato 1449 volte)

Il gruppo a Spiazzi Questo weekend vede un po' tutti gli amici di escursioni nell'elenco iscritti della Gran Fondo Tre Valli, in programma domani a Tregnagno, per cui di gente in giro con cui pedalare assieme non ce n'era molta disponibile.

E' così che mi son accordato col compagno di merende per andare a vedere com'è fatta 'sta salita di Novezza, visto che io non c'ero mai stato neanche in macchina.

Tra una roba e l'altra, stamattina all'appuntamento di San Martino Buon Albergo si presenta una parte del team Cicli Tagliaro, più che mai determinato a fare bene. C'è infatti il buon Fabio Ridolfi, che farà un lavoro da gregario eccezionale da Lungadige Attiraglio fino al Ponton.

All'innesto della strada proveniente da Piovezzano e il ponte sull'Adige al Ponton il livello del gruppo si alza di brutto, grazie all'aggregazione del Campeon do Mundo Miglio, il suo compagno di squadra Mattia Turrina - quest'ultimo con divisa Diquigiovanni e bici Guerciotti - Giorgio Galli del team Bussola e infine Enrico Tonoli, per l'occasione battezzato Mister Giordana.

E' così che evitiamo da subito la salita di Ragano in favore di un passaggio a Gaium e mettiamo davanti al gruppo i più forti in modo da proteggerci dalle forti raffiche di vento in direzione laterale, che spostano più di una volta le nostre bici.

A Caprino perdiamo il Fabio Ridolfi, che deve tornare alle faccende lavorative, impegnato com'è con la stagione di vendemmia. Lo ringraziamo e cominciamo a menare subito in direzione Pazzon. Qua i big del gruppo prendono lentamente il largo, mentre io, il Radu e Tonoli sfiliamo inesorabilmente.

Dopo un paio di chilometri io mi sento abbastanza bene ed allungo di qualcosina sul Radu. Arriviamo praticamente a Spiazzi, che manco ce ne accorgiamo, il tempo di mangiare una barretta, di fare qualche foto di rito e subito titoli di coda, per chi non può pedalare di più, visto che anche il Miglio e Turrina sono in lista per la Tre Valli.

Il Radu allibitoRimaniamo pertanto in due: voi direte "Pochi, ma boni". Mi dispiace smentirvi, ma quelli "boni" iera zà sulla via del ritorno... Comunque non c'è problema: ci siamo tirati su le maneghe, ci abbiamo messo 5 minuti cadauno a riempire la borraccia dallo zampillo della fontanella di Spiazzi, viste le folate di vento, ma di buona lena ci siamo abbassati a Ferrara di Monte Baldo, posto assolutamente inedito per il sottoscritto.

La pontara appena dopo il paese è introdotta con un bel cartello che dice laconicamente 15%. Ecco che il pignone del 27 torna subito utilissimo, anche se ho fatto una parte della pontara col 25, visto che il peggio deve ancora venire. Durante la salita superiamo qualche altro impavido ciclista e ci scambiamo pure con un altro ciclista che aveva tagliato fuori Ferrara di Monte Baldo, facendo la variante alta del Villaggio Alpino.

Dopo questi aperitivi e antipastini, arriviamo al piatto forte! La salita che porta a Rifugio Novezza è bella tosta, il vento spira forte ovviamente in direzione contraria, e la velocità di ascesa è 8-10 km/h. Il Radu mi va via di 50 metri, forte della sua Compact e pignone 27, lo lascio andare senza problemi di sorta, cercando di controllare la frequenza cardiaca tra 162 e 169 battiti.

Alla sella di Novezza, un'altra botta al morale col cartello del "19%". Qua non c'è molto da fare, da zizzagare: c'è da menare lentamente e ogni tanto c'è da alzarsi in piedi se si vuole arrivare in cima. Superate le bandiere che segnano il confine tra il Veneto e la provincia autonoma di Trento, a mio avviso una larga curva verso sinistra è il pezzo senza dubbio più duro. Sono però poche centinaia di metri: appena sopra la strada torna ad una pendenza del 7-8% e mi sembra di volare di nuovo ai 16-17 km/h. Il Radu intanto porta il suo vantaggio forse a 100 metri, solo che tradotto in secondi è un'infinità di secondi, parché qua NO SE VA AVANTI.

Facciamo tutto il pezzo pianeggiante scambiandoci qualche opinione del tipo "Credea pezo!" o "Ben dai, son proprio contento dela gamba" o anche "In gara go in mente che no narò mia tanto de pì". Dopo queste perle di saggezza si torna a velocità di crociera sui 35-45 km/h e ci fermiamo per la meritata pausa torta al rifugio poco dopo il bivio per Brentonico.

Marcante e Mirtilli"Due cochette, per me crostata alla ricotta e nocciole, per il compagno torta soffice con marmellata di mirtilli" sentenzia il figlio di Aldo, ancora un po' stravolto alla vista del cartello 19%, come potete vedere dalla foto.

Da lì in poi non c'è storia: la discesa verso Avio non ci pare niente di che; c'è solo da sperare che il giorno della gara sia pulita e non viscida, mentre oggi era praticamente un biliardo, a parte qualche rametto secco qua e là nella parte sotto bosco.

Ad Avio il duo Marcante-Radu toglie l'antivento e punta dritto in direzione Verona. Il vento una volta tanto torna in poppa e ci alterniamo a dovere nel tirare verso la città del Gran Can de la Scala. Ad Avio troviamo "Verona 60", dopo pochissimi chilometri diventa "Verona 50", dopo "Verona 40", dopo un altro po' "Verona 22", alchè dico al Radu di dirmelo quando arriviamo a Verona, perché a Verona io devo mettere la freccia in direzione Valpantena. Tutto il trasferimento in Valdadige lo facciamo a velocità supersoniche. La velocità di crociera è stabilmente ai 38-39 km/h, ma qualche volta ci siamo trovati anche a 45 o 50 km/h.

Un breve svarione solo a Parona, ormai in preda alla disidratazione, alla ricerca della fontanella perduta. Il Radu ferma Indiana Jones, il quale ci dice che l'ha già trovata lui, ma l'ha fatta rimuovere per paura che qualche assetato ciclista gliela rubi. E' così che ci tocca arrivare fino alla Diga del Ceo per riempire nuovamente la borraccia.

Dopo tutto ad un tratto al Radu ghe vien voia de figa e così anziché passare per Teatro Romano e Ponte Catena, si passa a Castel Vecchio, via Roma e Piazza Bra, cioè qualche tanto che basta per accontentare l'occhio con un po' di gnocca turistica. Da lì in poi solo le ultime menate verso la Valpantena con una gamba del sottoscritto ancora ottima, con velocità di ascesa dall'Esselunga fino a Quinto stabilmente ai 32 km/h. Per il ritorno solitario del Radu da via Venezia fino a Colognola ai Colli nessuna notizia ci è ancora pervenuta. Di solito spira un vento contrario tanto affezionato al Pappataso - nel senso che è il vento che cerca il Pappataso, non il Pappataso che cerca il vento contro - per cui può anche essere che il Radu, nonostante anche oggi fosse in forma smagliante, stia a quest'ora salendo San Giacomo o giù in statale che continua a strambare di qua e di là con la sua Flora. Se per caso è arrivato alla Pieve, fatemelo sapere perché son in apprensione per il compagno di merende, che mi ha sopportato anche oggi per qualcosa come 136 km.

Ah per la cronaca il mio ciclocomputer dice 156 km, che è il mio giro in bici più lungo di sempre. Ma non è detta l'ultima: ad Ottobre il gruppone TAV Turnover fa il solito giro del lago di Garda...

Ultimo pensiero: scusate se non ci sono foto lungo il tragitto, ma io ed il Radu ci avevamo da imparare le traiettorie in tiscesa, mentre in salita ci avevamo da imparare a pedalare così duro, perché non siamo abituati a leggere cartelli con scritto sopra "diciannoveperciento".