\\ Home Page : Articolo : Stampa
Cielo velato a Capo Carbonara
Di Marco Tenuti (del 07/09/2010 @ 15:00:44, in MTB, linkato 937 volte)

Marcante Sr torna da Capo CarbonaraStamattina situazione abbastanza ventosa, cielo leggermente coperto e mare increspato qui a Villasimius. La truppa familiare decide per una passeggiata automobilistica nell'entroterra alla caccia di qualche fattoria dove trovare qualche pezzo di pecorino DOC, mentre il gruppo dei biker - Marcante junior e senior - optano per un giretto prevalentemente offroad verso Capo Carbonara.

In tutti questi giorni ci siamo andati sempre molto vicini, senza mai raggiungerlo, così oggi ci siamo decisi di tentare di arrivare nel promontorio più a sudest dell'isola sarda. Il duo equipaggiato di Scott anzitutto va a fare una capatina al porto turistico di Villasimius, dove non ci sono yacht oltre i 25 metri, ma il patrimonio mobiliare con la chiglia in acqua è da tanti zeri anticipati dalla cifra che volete voi. Gommoni da ben oltre 100.000 euro, catamarani battenti bandiera inglese, barche a vela, piccoli yacht da 2-3 piani, insomma, tutte proprietà di gente che non ha problemi ad arrivare a fine mese.

Nel porto incontrati anche un bel Porsche 2009 coi dischi baffati e forati, ottimo per spostamenti veloci dal porto verso Villasimius e l'entroterra del Sarrabus ed un bell'X5 con tanto di rimorchio in fase di caricamento della barchetta di proprietà. Io ed Enrico ci guardiamo in sella alle nostre Scale, giriamo i manubri e procediamo con la nostra pedalatina mattutina, dopo aver fatto rotolare le nostre ruote grasse sul molo di legno.

Costruzione dismessa poco prima di Capo CarbonaraAppena percorso l'ampio curvone che ci indirizza dal porto turistico verso Capo Carbonara, abbandoniamo subito la retta via e ci imbattiamo in un bel sterratino sabbioso, dove scorgiamo una coppia di ciclisti tedeschi con ruote relativamente strette e borsoni da viaggio. Poco dopo scopriamo che le gomme da un pollice non sono proprio l'ideale per questo tipo di fondo, dove basta una pioggia neanche tanto abbondante per creare canaloni e rivoli che solo le ruote grasse riescono a superare agilmente. E' infatti caratteristica dell'intera zona quella di essere costituita da montagne e pendii quasi esclusivamente di granito, dove di fatto l'acqua delle precipitazioni non riesce a penetrare e non può fare altro che scorrere rovinosamente in superficie verso valle e verso il mare. Ovunque sabbia più o meno grossa sulle sterrate più battute, dove bisogna prestare un po' di attenzione per non perdere il controllo in discesa, mentre bisogna mantenere molta calma e compostezza in fase di risalita.

Enrico però non si scompone e sta acquisendo una tecnica assolutamente da manuale, roba da cominciare a fare invidia a più di qualche escursionista. Ormai riesce a seguirmi anche nei singoli track non particolarmente insidiosi e dove la pendenza non arriva in doppia cifra come pendenza.

Dopo la striscia di asfalto che termina il transito per gli autoveicoli e si trasforma in strada asfaltata che porta all'area militare dove è vietato l'accesso, a noi non rimane che scendere dolcemente verso la punta più a sud di Capo Carbonara, dove incontriamo un po' di gente a piedi che scende ed anche una coppia di motociclisti tedeschi a bordo delle loro Africa Twin. In meno di un chilometro arriviamo in fondo e, nonostante il vento che spira a 40 km/h, riusciamo ad appoggiare le nostre Scalette ad un blocco di granito e ci scattiamo quattro foto, come fanno i biker più orgogliosi.

Il ritorno lungo un sentiero diverso dalla carrareccia ci porta ad uno sperone di roccia a picco sul mare, molto bello, ma cieco e non possiamo fare altro che tornare sulle nostre peste per riprendere la strada vecchia, come dice il proverbio.

Il ritorno veloce verso la nostra frazione di Is Traias è questione di alcuni minuti, dove ci aspettano dei gnocchetti sardi al pesto genovese: l'accostamento è leggermente forzato, ma noi gradiamo molto e ricarichiamo le pile per la prossima escursione.

Dopo queste escursioni in posti ameni, per non dire altro, mi sta sempre più balenando l'idea di comprarmi la sacca per la bici e cominciare a pensare a qualche viaggetto esotico all'estero, magari in inverno, quando Valpantena, Vaio di Squaranto e Val di Mezzane riservano tanta bruma e freddo. Chi mi ama, mi segua. Alla prossima.

Isola dei Cavoli sullo sfondo