Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 27/06/2013
In giro per l'Europa ce ne sono tante di gare MTB, ma certamente quelle che acclamano il più grande numero di persone sono quelli che destano più curiosità, per capire cos'è che le caratterizza.
Una di queste, la seconda per numero di partecipanti in Europa, seconda appunto solo alla norvegese Birkebeiner-rittet, è la Tartu Rattamaraton, organizzata dal Klubi Tartu Maraton in Estonia, famoso per organizzare non solo questa gara offroad, ma anche la marathon su sci da fondo in pieno febbraio, la mezza maratona di corsa e nordic walking, la granfondo su strada e in piena estate anche la maraton su skiroll, cioè il format riproposto per tutte le principali discipline fondistiche.
La versione per ruote grasse arriva nel 2013 alla sua sedicesima edizione e gli organizzatori puntano a superare i 6.000 iscritti, divisi su due percorsi, cioè l'89 e il 40 km. Non presenta particolari difficoltà tecniche: un lunghissimo mangiaebevi che viene "deglutito" dai professionisti ben sotto il tempo di tre ore, roba insomma dai 35 km/h di media per loro! Dislivello sostanzialmente non ce n'è: il paesaggio è molto simile alle dune della tundra finlandese, quindi si oscilla tra i 50 e i 200 metri sul livello del mare e il dislivello totale non arriva a superare i 1000 metri totali, guardando a spanne il profilo altimetrico.
L'edizione 2013 si terrà domenica 15 settembre, con partenza alle ore 10.00 per il percorso lungo e alle 13.00 per il percorso corto. A differenza di tante altre gare più o meno famose il costo dell'iscrizione è contenuto e si limita entro i 30 Euro se ci si iscrive prima dell'ultimo mese prima della gara.
Non dimenticate di guardarvi il trailer, dove si apprezza il fatto che sono in pochissimi ad avere superbici da 29, ma in compenso di fango ce n'è in abbondanza!
Dopo qualche giorno ecco tutti i numeri della mia Black Forest, corsasi in condizioni di temperatura accettabili - io tutta in divisa estiva, ma più di qualcuno aveva l'antivento o i manicotti o i gambalotti - tra i 12°C stimati nei punti più alti della gara sotto una coltre di foschia ed una leggerissima pioggia, principalmente nelle prime 4 ore di gara, fino ai 23°C di temperatura massima in prossimità dell'arrivo, quando invece era il sole a prendere finalmente il comando delle operazioni di questa bella gara.
Il chilometraggio totale della gara a me risulta leggermente inferiore rispetto a quello dichiarato dagli organizzatori, 112,2 chilometri, ma qualcosa è andato sicuramente perso sul mio ciclocomputer su una rampa, dove la velocità era talmente bassa che non venivano contati nemmeno i giri della ruota.
Il dislivello totale è più o meno in linea, con 3077 metri di ascesa e 3088 di discesa, probabilmente dovuti alla variazione di condizioni meteo tra il mattino e l'arrivo. Il tempo totale pedalato è di 5 ore e 58 minuti, segno che ho lasciato in giro quasi 8 minuti tra fermarmi ai ristori, una sgrullatina ed un'oleatina alla catena, tanto è vero che si possono persino contare dal grafico della velocità tutti i punti in cui essa è andata a zero, cioè 7 volte, che sono proprio il numero dei ristori a cui mi sono fermato, più la sosta tecnica e un tappo in cui ho spinto la bici a piedi per una decina di metri.
Impressionante la mia scalata all'Alpe de Fiddlebrugg dove ho dato il massimo dopo 78 chilometri dal via: non ho preso nota in gara del punto esatto di inizio e fine di questa salitella piena di gente a fare il tifo e a incitare i ciclisti, ma in quel minuto in cui ho percorso nemmeno 200 metri, ho riscontrato una pendenza media da 17% ed una VAM di 1600 metri/ora, per cui si può dire che ai miei tifosi occasionali ho dato una bella soddisfazione, spremendomi come un limone arrivando a 178 battiti al minuto!
Al contrario il battito medio della gara è di 156 colpi al minuto, decisamente più basso rispetto ad altre marathon fatte anche lo scorso anno, ma c'è da dire che il ritmo tenuto nella prima frazione è stato decisamente sotto rispetto alle mie possibilità, ma non dimentichiamo che l'età avanza anche per il sottoscritto, visto che questa era la mia prima gara da quarantenne; 4733 chilocalorie sono pur sempre una bella pedalata, il cui ammanco merita di essere placato con tante "spocegade" tedesche - prevalentemente insaccati di maiale... - tanto che mi ritrovo ancora coi brufoli a 4 giorni dalla gara!
Ed ora un po' di numeri sulla mia prestazione in classifica: più di 1000 partenti sul percorso lungo, l'ULTRA, 967 i classificati all'arrivo, di cui 924 uomini e ben 31 donne, compresa la nostra inossidabile Francesca Lonardelli. Tra tutti questi arrivati mi ritrovo 271° assoluto, col 98° piazzamento di classe "SENIOREN 1" col tempo di 6h05'41"5 a "solo" 1h43'39"8 dal panzer svizzero del Team Bulls, Urs Huber, maratoneta e ultramaratoneta che non se ne perde nemmmeno una (di vittorie), tranne la Absa Cape Epic 2013, dove Urs, in coppia col compagno di squadra Karl Platt, ha chiuso secondo assoluto alla ruota del duo olimpico Sauser-Kulhavy di casa Specialized. Nella speciale classifica degli italiani - 114 sono i compaesani che hanno preso il via tra tutti e cinque i percorsi della Black Forest - mi ritrovo 10° sul percorso ULTRA tra i 72 che lo hanno iniziato (in 7 si sono ritirati), segno che gli italiani partono da casa sostanzialmente per fare l'ULTRA e ci mancherebbe. C'è da dire che tra gli amici di spedizione Lauro Peretti e Flavio Brunelli del Team Syntec sicuramente sarebbero arrivati davanti a me, se avessero tirato dall'inizio alla fine, invece di scortare il Geky nella prima metà di gara, ma lo spirito agonistico delle gare all'estero non è così accentuato come da noi, per cui a loro il merito di aver "interpretato" appieno questo grande evento. Tutte le classifiche le trovate comunque qui sul sito degli impeccabili uomini di Datasport.
Apprendo prima dal blog di Eliflap e poi dall'articolo di Ser Pecora su bdc-forum.it che la Scott ha presentato la nuova Addict, che torna ad essere il top di gamma della casa svizzero-americana.
La nuova Addict è sviluppata, come è sempre stato, all'insegna della massima leggerezza e di altrettanta rigidezza, e non arriva ad stabilire un nuovo record come si è visto recentemente con la Supersix di Cannondale o il top di casa Cervélo, però i 720 grammi del telaio, che non arrivano ai 1000 grammi includendo anche la forcella sono senza dubbio un bel biglietto da visita, se ci ferma alle valutazioni da grammomaniaci.
La Scott dichiara alcuni numeri dei miglioramenti apportati rispetto la vecchia versione: +6% di rigidità torsionale a livello di movimento centrale, +32% di flessibilità verticale e -25% di resistenza aerodinamica.
Tra le altre novità il telaio Addict è il primo prodotto da Scott completamente in carbonio, nel senso che ha persino i cable stoppers e l’attacco del deragliatore in carbonio.
L’ingegnere responsabile del progetto ha affermato che il loro target era basato su un telaio leggero a livello di Cervélo California, ma da produrre su scala industriale, quindi sfida doppia, visto che certi pesi su grandi numeri sono tutt’altro che una cosa scontata.

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Fotografie del 27/06/2013
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