Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 18/05/2010
Il tratto rosso è un sentiero nel bosco del tipo "bici in spalla" e sembrerebbe essere l'unico sentiero degno di tal nome che risale a Ceredo dal vaio. Comunque sia lì non c'è traccia di segnaletica e nemmeno di passaggi umani negli ultimi mesi.
Il tratto fucsia è una bella strada sterrata (che un tempo, quando non c'era il "tornantone" di asfalto, costituiva la principale via di salita a Ceredo). Lungo di essa non ci sono tabelle o striscioline, ma in fondo, dove sbuca sulla provinciale asfaltata (620 mslm), si notano chiaramente le frecce a terra che indicano di girare verso nord.
Si segue il tratto di provinciale (nero) fino altornante a destra in fondovalle (710 mslm).
Da qui in poi le indicazioni si trovano ma sono molto poche (una ventina fra tabelle, striscioline e frecce a terra in 10 km di bosco e prati).
Si attraversa il vaio (della Marciora) guadando il progno e si risale il versante occidentale della valle su mulattiera un po' smossa ma fattibile (780 mslm). Quindi scende nel vaio (del Mortal) (680 mslm), si risale a Crestena (725 mslm) e si scende infine al Ponte di Veja(600 mslm).
Ecco il commento di Paolo del primo doppio attraversamento, ossia il vaio dei Falconi e quello della Marciora.
- Trovato il sentiero che sale dal vajo dei Falconi verso Ceredo; vale lo stesso discorso fatto per l'E5 per salire ad Erbezzo, pertanto impossibile tanto da fare quanto da proporre.
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La discesa da Ceredo verso la provinciale, lungo la strada vecchia è bella, ma le uniche indicazioni sono in fondo, al suo sbucare sull'asfalto (frecce per terra), per cui non si può dire se sia proprio quella la vera traccia. Di sicuro non è quella azzurro.
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Le suddette frecce indicano di andare verso nord (verso Fosse), quindi seguendole si arriva al tornante in fondo al vajo, e lì le indicazioni (frecce a terra e striscioline) fanno andare sulla mulattiera verso le Pozze di Sant'Anna d'Alfaedo.
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La salita verso Pozze è (come affermato sul sito) piuttosto mossa, un po' sassosa ma fattibile. Già a Pozze si è dentro un continuo saliscendi.
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Dopo Pozze si scende per sentieri lungo i quali devono ancora tagliare l'erba! Questo fa pensare ad un successivo lavoro di pulizia e di tabellazione del tracciato: considerate che a Pozze ci sono arrivato praticamente per intuito.
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Scesi nel vajo del Mortal, lo si attraversa e si comincia a risalire di brutto, lasciando a sinistra la traccia azzurra - che invece aggira il monte restando più in piano) e raggiungendo Crestena. Da qui si scende attraverso la cava/deposito per una strada bianca e quindi su prato fino al Ponte di Veja.
Il buon Orlando non smentisce la sua devozione per il territorio e il merito dell'appellativo attribuito da ormai qualche anno, cioè "Paolo Gipiesse", prendendosi la briga per tutti e soddisfare anche la sua curiosità nell'andare a vedere che ne sarà della seconda parte del percorso Marathon della Lessinia Legend 2010.
Il primo dubbio rappresentato dall'attraversamento del Vaio dell'Anguilla, da Boscochiesanuova ad Erbezzo, non è risolto nella giornata di sabato, in compagnia di Franceschino, il Signore delle Antenne e del Conte Savoia, quando la scelta di camminare il sentiero E5 si rivela ardua e inidonea in sella alla bici. E' così per la seconda parte del pomeriggio viene utilizzata dal Paolo per provare il varco leggermente più a sud rispetto alla risalita sull'E5.
Se non fosse che arriva anche il comunicato n.17 degli organizzatori della Lessinia Legend, con la sfida nella sfida, cioè la "restituzione dell'iscrizione" a chi riesce a fare in sella i 300 metri di questo tratto impossibile, cioè poco prima del Manar di Erbezzo, con tanto di incaricato appostato a controllare e a prendere il pettorale di chi ce la farà.
Non solo: Paolo porta a compimento la quadratura del cerchio, riuscendo in qualche modo a passare da Erbezzo a Ceredo e poi da Ceredo fino al Vaio della Marciora, prendendo così la via che porterà a Crestena e in direzione Ponte di Veja. A questo punto la Lessinia Legend 2010 la conosciamo metro per metro ed pronta per essere servita a tavola!
Non mi rimane che ringraziare Paolo e lasciarvi alle sue mappe e alle sue puntuali osservazioni.
Il Miglio, dopo alcuni weekend passati dentro la "gabbia" dell'ufficio, mette assieme un po' di giorni di ferie e va ad allenarsi con gli uomini Lampre, che non sono in corsa al Giro d'Italia.
Al tuo ritorno ti vogliamo vincente!
Siccome sono direttamente coinvolto nella cosa da domenica pomeriggio, eccomi ad esporvi una breve trattazione del Raffreddore, che ho trovato su Medicina Live.
I raffreddori comuni, diversi dalle riniti e dai raffreddori allergici, sono delle infezioni che colpiscono gola e naso. Nella maggior parte degli adulti compaiono sintomi del raffreddore due o tre volte all’anno, mentre nei bambini avvengono sei-otto volte.
CAUSE: Ci sono più di 200 diversi virus che causano il raffreddore comune, i più diffusi dei quali sono i rinovirus, ma anche coronavirus, adenovirus e virus respiratorio sinciziale (RSV, più comune nei bambini). E’ molto facile raffreddarsi perchè se il sistema immunitario di un corpo sviluppa l’immunità adatta ad un tipo di virus, potrebbe essere contagiabile da un virus diverso. Il virus potrebbe essere diffuso da starnuti e tosse. Il modo più comune di diffusione è il contatto diretto con una persona infetta. Tipicamente, la persona con il raffreddore tocca il proprio naso o mette la mano davanti alla bocca quando tossisce, lasciando migliaia di microscopiche particelle virali sulla propria pelle. Quando poi tocca un oggetto come una maniglia, un carrello della spesa o stringe la mano di qualcun’altro, vi lascia attaccato il virus. La prossima persona che toccherà l’oggetto sarà infettata. Bastano una dozzina di particelle virali per attaccare il raffreddore. Se la persona che ha raccolto il virus si tocca il naso o gli occhi, lo deposita in questo modo in un ambiente caldo e umido, l’ideale per prosperare. Le particelle virali si addensano nelle adenoidi sul retro della gola, dove si riproducono. Infine, una volta mature, rilasciano migliaia di nuove particelle virali per la diffusione in altre cellule. Questo processo è molto rapido, dura solo da 8 a 12 ore dall’arrivo del virus.
SINTOMI: I sintomi si sviluppano rapidamente, entro circa dieci ore (periodo di incubazione). Essi sono causati per lo più dalla reazione del corpo al virus del raffreddore. Le ghiandole mucose aumentano il loro lavoro e di conseguenza, le vie nasali diventano gonfie e soffocate a causa delle secrezioni. I sintomi raggiungono il picco dopo 36-72 ore e comprendono:
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Mal di gola secco (di solito il primo segno di un raffreddore);
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Naso che cola e starnuti;
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Voce rauca;
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Naso bloccato;
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Tosse;
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Lieve mal di testa;
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Febbre bassa;
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Sensazione di malessere generale.
I sintomi dovrebbero iniziare a migliorare dopo tre giorni e possono sparire entro circa sette giorni (ma possono persistere fino a due settimane). Un caso su quattro non sviluppa alcun sintomo, forse perché il sistema immunitario non reagisce al virus nel modo solito. E’ facile confondere un raffreddore con l’influenza, ma in generale l’influenza è più grave e produce una febbre più alta (sopra i 38 gradi) e sintomi più generalizzati in tutto il corpo come muscoli indolenziti, letargia, brividi, nausea e vomito.
TERAPIA: Nonostante decenni di ricerca, non è semplice curare il raffreddore. Gli antibiotici usati contro le infezioni batteriche non hanno alcun effetto sui virus, e i farmaci antivirali utilizzati per altre infezioni virali non sono utili contro i virus che causano raffreddori. La maggior parte dei raffreddori guariscono con metodi non farmacologici come:
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Essere ben idratati (bere almeno otto bicchieri di acqua al giorno);
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Utilizzare un umidificatore per evitare che il riscaldamento asciughi il rivestimento delle membrane mucose e le vie respiratorie superiori;
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Curare la congestione nasale con inalazione di vapore;
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Prendere un semplice analgesico come il paracetamolo o ibuprofene regolarmente;
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Provare anestetici per la gola o fare gargarismi con l’acqua salata per migliorare il mal di gola;
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Riposarsi e mangiare regolarmente per mantenere livelli di energia elevati.
I vantaggi dei supplementi di vitamina C sia per la prevenzione che per la cura del raffreddore rimangono controversi. Una recente revisione di più di 30 studi ha rivelato che durante i periodi di intenso stress le persone possono dimezzare la quantità assunta di vitamina C per curare il raffreddore. Alcuni sostengono che servono dosi molto più elevate di vitamina C. Molte altre terapie sono in fase di studio come quella a base di zinco e di erbe echinacee.
PROGNOSI: Se i sintomi persistono, consultare il medico. Gravi infezioni secondarie, come la polmonite, possono seguire al raffreddore, soprattutto se si è contratta l’influenza. Circa un raffreddore su 20 è complicato da un’infezione batterica che necessita la terapia con gli antibiotici. Tra i bambini, i raffreddori spesso portano ad infezioni batteriche all’orecchio, ma questo è molto meno comune negli adulti. Il raffreddore può anche aggravare l’asma e bronchite cronica.
PREVENZIONE: Il modo migliore per evitare un’epidemia è restare il più lontano possibile dagli altri nei primi 3 giorni in cui si è contratto il raffreddore, quando cioè c’è una presenza enorme di virus che potrebbe essere espulsa dal naso. Altri metodi sono:
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Lavare le mani frequentemente;
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Evitare di toccare il naso e gli occhi;
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Utilizzare fazzoletti usa e getta.
Fotografie del 18/05/2010
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