Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Stamattina ho vinto la pigrizia cosmica che ti pervade quando sei in vacanza al mare, dove ci si alterna tra il lettino sotto l'ombrellone, la tavola dell'hotel e la camera... Se poi hai quattro bambini al seguito, hai il tuo bel da fare per arrivare a sera, ma se si è di supporto ad una Santa donna, le cose si facilitano enormemente.
Mi sono detto: la superleggera - la Addetta per chi la conosce - è nel baule della macchina da ormai due giorni: è ora di tirarla fuori.
Sveglia alle ore 5.55. Ci metto un bel po' a vestirmi, a montare le ruote, ad oliare la catena, a riportare ad 8 atmosfere le gomme. Finalmente parto alle 6.30, minuto più minuto meno.
Esco in soupless da Igea Marina: le gambe pretendono un avvio soft dopo la Dolomiti di sabato scorso. Scorrono dietro i campi di ortaggi, il cavalcavia della superstrada, la frazione di Borgonuovo, i tantissimi girasoli, anche la Bologna-Taranto.
Sono già a Sant'Arcangelo di Romagna, dove abita l'illustre Teora, attraverso il centro del paese e proseguo verso la Val Marecchia.
Vuoi che dopo ormai una ventina di chilometri mi sfila un trenino di quattro vecchietti ed una coppia di signorine, così mi accodo e gusto pure il panorama a 120 battiti al minuto.
L'omone in testa al gruppo tiene i 30, a volte i 35 km/h con le sue alto profilo e la strada sale talvolta con pendenze all'1-1,5%.
Dopo una buona decina di chilometri, saltano un paio di vecchietti, saltano le signorine, mentre io sto dietro al locomotore cercando di capire dove mi avrebbe portato o se era ora di svoltare e tornare a "casa". Solo che il locomotore decide di fermarsi ad aspettare i suoi vagoni, io li lascio e salgo in direzione San Leo. Troppo lontano da raggiungere per l'ora che si è fatta. Mi accontento di arrivare al bivio per San Marino, dove scatto un paio di foto, mi giro e butto su la padella perché comicia la discesa.
Ci ho messo 1h9' per arrivare ai piedi della salita di San Leo ad un'altitudine di 255 metri sul livello del mare: per scollinarlo e tornare in tempo in hotel, o si sgambetta ad una media superiore ai 27,1 km/h o si parte una ventina di minuti prima.
Il ritorno se ne va che è un piacere: si scende per la Val Marecchia ai 40 km/h, talvolta ai 50 km/h, solo che il sole si alza e la temperatura pure.
Prima del comune di Torriana vedo in contromano uno Sbubbo: lo blocco e approccio una conversazione, solo che lui non è del sottogruppo dei girovaghi prestigiosi, ma gira in mountain, organizza le notturne quasi tutte le sede, conosce tutti e sta andando in negozio - di bici - dove lavora. Ciao, ciao alla prossima.
A Sant'Andrea un'ape si invaghisce del rosso delle braghe Turnover e mi punge nell'interno coscia: stop immediato per rimuovere il pungiglione e cercare di finire l'insetto. Il pizzichio è notevole, ma non è entrato molto veleno e dopo un paio di chilometri torno a menare ancora ai 38 km/h con la gamba che tira ben de drio.
Attraverso nuovamente Sant'Arcangelo di Romagna e cerco di tenere una media alta cercando di sovvertire l'assioma.
"E se la media delle medie fosse proprio la media?" mi chiedo. Il ritorno è completato in 53'39" ai 35,1 km/h. A voi che leggete il compito di verificare i calcoli: porto a casa 61,9 km ai 30,6 km/h, battiti medi 129, quelli massimi 158.
Entro nell'hotel che la mia truppa si sta accomodando a tavola per la colazione. Io mi doccio e cerco di placare il buco nello stomaco da 1200 kcal, mangiando e bevendo di tutto dal buffet del Nevada.
Domani vedremo di combinare qualcos'altro: oggi è già un risultato aver fatto girare bene le gambe dopo Villabassa. Domani vedremo di scalare Poggio Berni o San Leo.
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